come diventare biologo ambientale

Come diventare biologo ambientale: iter formativo

Redazione 11 Aprile 2025

Hai una forte passione per l’ambiente e sogni di poterti impegnare per proteggerlo e per contribuire al miglioramento del rapporto tra l’uomo e la natura? Allora forse ti stai domandando come diventare biologo ambientale! Vediamo insieme quale iter formativo scegliere.

Al giorno d’oggi, considerate le condizioni in cui versa l’ambiente e le complesse problematiche legate alla sua salvaguardia, il lavoro del biologo ambientale è più che mai considerato prezioso e di fondamentale importanza. È importantissimo infatti studiare a fondo le conseguenze dell’attività dell’uomo sull’ambiente e correre ai ripari quanto prima per tutelare risorse naturali, organismi, ecosistemi, flora e fauna selvatica.

Come diventare biologo ambientale: il percorso di studi

Prima di capire, all’atto pratico, di cosa si occupa un biologo ambientale, cerchiamo di vedere insieme quali sono le principali competenze di questo professionista e quale iter formativo è bene intraprendere se si vuole lavorare nell’ambito della Biologia ambientale.

Cominciamo col dire che per diventare biologo ambientale è necessario conseguire una laurea in Biologia, in Scienze ambientali, in Ecologia o in un’area di studi a esse correlata.

Le materie principali di questi percorsi di studi saranno, tra le altre, matematica, fisica, geologia, geofisica, zoologia, biologia, microbiologia e chimica. Gli studenti dovranno quindi affrontare uno studio di tipo teorico senza però dimenticare l’importanza delle attività laboratoriali e delle uscite sul campo. Un biologo ambientale che possa definirsi tale, infatti, dovrà approcciarsi allo studio in un’ottica multidisciplinare e sviluppare una spiccata capacità di analisi, un attento spirito d’osservazione e buone competenze nell’ambito dell’elaborazione di dati: tutte skills che possono essere acquisite solo mettendo a frutto la teoria studiata sui manuali!

Una volta indossata la tanto desiderata corona d’alloro si acquisirà il titolo di dottore o dottoressa in Biologia ma prima di potersi cimentare nell’attività professionale vera e propria sarà necessario superare l’esame di Stato per poi, una volta ottenuta l’abilitazione professionale, iscriversi all’Ordine nazionale dei Biologi. Quest’ultimo è diviso in due sezioni distinte: la sezione A, per tutti coloro che sono in possesso della laurea specialistica e che quindi otterranno il titolo professionale di biologo, e la sezione B, dedicata ai laureati triennali che acquisiranno il titolo di biologi junior.

È bene ricordare che spesso agli aspiranti biologi ambientali è consigliato di continuare il proprio iter formativo post laurea per conseguire Master e titoli di alta formazione che consentiranno loro di approfondire la materia e ricevere la formazione teorica e pratica necessaria per svolgere al meglio le proprie mansioni e, possibilmente, fare carriera nel settore della Biologia ambientale.

Altro compito fondamentale dei biologi ambientali – nell’ambito dello studio – è poi quello di adempiere agli obblighi di aggiornamento e formazione continua, ottenendo tutte le certificazioni e le licenze utili ad adoperarsi al meglio nel proprio settore di competenza.

Cosa fa un biologo ambientale? Competenze e responsabilità

Ora che hai scoperto quali step dovrai seguire se desideri studiare Biologia dell’ambiente, è il momento che tu capisca cosa fa un biologo ambientale.
Questi professionisti si occupano di esaminare gli ecosistemi, studiando in particolare le dinamiche in base alle quali gli organismi viventi sono soliti interagire tra loro e con l’ambiente in cui vivono. Parliamo quindi di uno studioso delle relazioni tra esseri viventi e ambiente, quindi? Sì, ma il biologo ambientale è molto, molto di più.

Cominciamo quindi a vedere alcune delle sue principali mansioni:

  • Studiare varie tipologie di ecosistemi focalizzandosi in particolare sull’interazione tra gli organismi viventi e ambiente.
  • Studiare in quale modo e misura i cambiamenti di natura ambientale influenzano i suddetti ecosistemi.
  • Svolgere ricerche su inquinamento atmosferico, habitat naturale della fauna selvatica, qualità dell’acqua, impatto ambientale delle attività dell’uomo e delle nuove tecnologie.
  • Studiare specie invasive, ossia quelle specie alloctone, esotiche o aliene vegetali e animali introdotte – accidentalmente o volontariamente – dall’uomo in un ambiente estraneo alla loro area naturale di distribuzione.
  • Studiare, riconoscere e classificare componenti abiotiche e biotiche del territorio.
  • Effettuare prelievi di campioni e svolgere analisi di laboratorio finalizzate allo studio di piante, animali, funghi e organismi di vario tipo.
  • Progettare piani di prevenzione dei danni ambientali legati ad attività di disboscamento, estrazione mineraria, ecc.

Il lavoro del biologo ambientale implica poi altre competenze come ad esempio saper utilizzare le tecnologie utili alla raccolta e allo studio di dati, riuscire a consultare agevolmente le norme giuridiche legate alla tutela ambientale, saper svolgere test ed esperimenti in laboratorio, oltre che essere in grado di partecipare attivamente – in qualità di relatori o uditori – a conferenze ed eventi scientifici/culturali.

Biologia ambientale: sbocchi lavorativi

Specializzati negli ambiti di studio più disparati, dalla genetica all’ecologia, passando attraverso la fisiologia, l’evoluzione e gli ecosistemi marini, i biologi ambientali possono trovare impiego in numerosi contesti. Vediamone alcuni:

  • Enti predisposti alla gestione delle risorse naturali.
  • Enti e strutture operative nell’ambito della ricerca sugli effetti dell’inquinamento ambientale sulla specie umana, vegetale e animale.
  • Enti e strutture operative nell’ambito della protezione e del ripristino degli ecosistemi naturali.
  • Strutture pubbliche e private operative nell’ambito del monitoraggio ambientale.
  • Strutture pubbliche e private operative nell’ambito della bonifica e dello smaltimento dei rifiuti.
  • Centri di studio.
  • Enti operativi nelle attività di protezione e gestione di ambienti naturali, parchi nazionali, riserve naturali, giardini storici, erbari.
  • Centri escursionistici e di turismo ecologico.
  • Aziende agricole e zootecniche.
  • Università, scuole, istituti didattici e musei.
  • Zoo e bioparchi.
  • Orti botanici, vivai e fattorie didattiche.
  • Studi professionali impiegati nell’attività di: analisi e conservazione di ecosistemi naturali, valutazione dell’impatto ambientale, divulgazione ed educazione ambientale, valorizzazione e salvaguardia di beni naturalistici e ambientali.

Sebbene, nell’immaginario collettivo, i biologi ambientali vengano sempre immaginati all’opera nella natura, magari nel bel mezzo di foreste, deserti o in alto mare, in realtà questi professionisti possono vestire anche i panni di insegnanti, consulenti, educatori, tecnici e divulgatori scientifici. Scopriamo insieme alcuni ruoli professionali che sovente vengono ricoperti dai biologi ambientali.

  • Biologi: si occupano di studiare la struttura e lo sviluppo degli organismi viventi e il modo in cui interagiscono tra loro.
  • Ecologi: forniscono consulenze finalizzate a pianificare, gestire o monitorare attività legate alla sostenibilità, alla tutela delle biodiversità, al contrasto all’inquinamento, ecc.
  • Educatori ambientali: il biologo ambientale operativo in qualità di educatore ha il compito di diffondere la conoscenza sulle tematiche ambientali e lo fa pianificando programmi volti a valorizzare i beni naturalistici e organizzando attività di vario tipo indirizzate alla popolazione.
  • Tecnici del controllo ambientale: queste figure, molto simili agli ecologi, si occupano di fornire consulenze di tipo tecnico finalizzate a controllare (mediante sopralluoghi, prelievi e controlli) che la normativa vigente venga rispettata.
  • Tecnici agronomi: obbligatoriamente iscritti a un apposito albo, i tecnici agronomi offrono consulenze agronomiche e lavorano nell’ambito dei processi produttivi agricoli, zootecnici e agroalimentari.
  • Divulgatori scientifici: si occupano di redigere e pubblicare testi, libri, articoli, video, presentazioni e ricerche nell’ambito della Biologia ambientale ponendosi come punto di contatto tra la scienza, gli studiosi e i cittadini.
  • Guide naturalistiche: sono coloro che accompagnano gli escursionisti alla scoperta di riserve naturali ed ecosistemi.

Ma le possibilità occupazionali legate a una laurea in Biologia ambientale non finiscono qui! I neodottori infatti potranno anche ricoprire le mansioni di: tecnici forestali, consulenti nell’ambito dei beni culturali, professori universitari, ricercatori, insegnanti o docenti nella formazione professionale.

Studiare Biologia ambientale presso le Università Telematiche

Una laurea in Biologia, nello specifico in Biologia ambientale, di sbocchi lavorativi ne offre moltissimi, lo abbiamo visto, ma quali sono gli adempimenti burocratici di cui dovrai occuparti muovendo i primi passi nel mondo dell’Università?

Test d’ingresso, piani di studio, procedure di immatricolazione, ricerca di un alloggio fuori sede: i pensieri di un aspirante studente universitario sono davvero tanti! Fortunatamente un grande aiuto ce lo forniscono le Università Telematiche, atenei tecnologici e moderni che consentono di ridurre le tempistiche di iscrizione (alle università online è possibile immatricolarsi in ogni periodo dell’anno) e gestire tutta la burocrazia da remoto.

Con la loro metodologia didattica basata sull’e-learning e sull’utilizzo di sofisticate tecnologie digitali, le Università Telematiche garantiscono ai propri corsisti un nuovo approccio allo studio, caratterizzato da autonomia, flessibilità e strumenti d’apprendimento del tutto innovativi.

Gli studenti infatti potranno vedere le videolezioni da remoto, accedendo – in qualsiasi momento della giornata da un dispositivo digitale – ad apposite piattaforme virtuali, dove troveranno anche focus tematici, materiale didattico, documenti in formato digitale, esercizi interattivi e slide.

Se questo approccio ti incuriosisce e anche tu, come moltissimi altri studenti in tutto il mondo, vuoi scoprire i vantaggi della didattica a distanza, dai un’occhiata all’offerta formativa degli atenei online! Le Università online accreditate dal Miur che erogano il corso di laurea triennale in Scienze Biologiche (L-13) sono l’Università Telematica eCampus e l’Università Telematica San Raffaele.

Ricapitolando: domande frequenti

Come diventare biologo ambientale?

Per diventare biologo ambientale è innanzitutto necessario conseguire una laurea in Biologia, in Scienze ambientali, in Ecologia o in un’area di studi a queste correlata.

È possibile laurearsi in Biologia presso le Università Telematiche?

Certo che sì! Le Università online accreditate dal Miur che erogano il corso di laurea triennale in Scienze Biologiche (L-13) sono l’Università Telematica eCampus e l’Università Telematica San Raffaele.

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